La nuova Norma EN 60079-14

L’uso corretto dei pressacavi Alcuni mesi fa è stata pubblicata la versione aggiornata della norma europea EN 60079-14 relativa alla...

Alcuni mesi fa è stata pubblicata la versione aggiornata della norma europea EN 60079-14 relativa alla progettazione, scelta e installazione degli impianti elettrici per zone con atmosfera potenzialmente esplosiva che è andata a sostituire la versione precedente, la quale resterà in vigore fino al primo gennaio 2017.

Ciò che contraddistingue la nuova normativa rispetto alla versione precedente è sicuramente l’eliminazione dello schema di selezione per gli ingressi nelle custodie Ex (Figura 1).

Figura 1 - Lo schema eliminato dalla Norma EN 60079-14

1. Metodologie di ingresso nelle custodie a prova di esplosione

Già la prima versione della norma EN 60079-14, risalente alla fine degli anni ’90, si era occupata di  regolamentare i sistemi di entrata cavo nelle costruzioni elettriche.

La norma ammetteva alcuni metodi che nel tempo sono rimasti invariati:

  1. pressacavi sigillati (pressacavi barriera);
  2. pressacavi Ex normali, con guarnizioni di tenuta a compressione ;
  3. giunti di bloccaggio;
  4. entrata indiretta (custodia ‘Ex d’ legata a custodia ‘Ex e’ con passaggi sigillati);
  5. pressacavo con cavo ad isolamento minerale + guaina metallica.

Abbiamo già parlato in precedenti approfondimenti delle entrate con giunto di bloccaggio. Ora è interessante analizzare l’uso di pressacavi per entrare direttamente in custodie a prova di esplosione. Tali pressacavi, che seguono il modo di protezione ‘Ex d’, rispondono alle esigenze della Norma EN 60079-1 e devono essere certificati e marcati.

Possono essere di diverso tipo, a seconda degli utilizzi ai quali sono destinati. Normalmente si dividono in due grandi categorie:

  • pressacavi con guarnizione a compressione (REV);
  • pressacavi barriera (FBFGAB).

2. Pressacavi con guarnizione a compressione

I pressacavi vanno scelti in base al diametro del cavo. La tenuta, infatti, è garantita dalla compressione di una guarnizione in gomma che va a stringere sul diametro esterno del cavo e non permette il propagarsi della fiamma all’esterno della custodia.

Normalmente la guarnizione di tenuta ha una lunghezza che corrisponde alla lunghezza massima del giunto di laminazione; alcuni pressacavi, con la guarnizione più corta, possono essere utilizzati per custodie con volumi interni limitati dal certificato.

Sulle guarnizioni sono indicati i diametri minimo e massimo di utilizzo del cavo.

Non è ammesso infilare più cavi in uno stesso pressacavo e neppure aumentare il diametro della guaina esterna del cavo con l'applicazione di nastro isolante o altri mezzi, per farlo corrispondere al diametro della guarnizione.

I pressacavi per cavi armati hanno due guarnizioni, la prima, anteriore è quella che fa tenuta sul diametro interno del cavo e garantisce la protezione antideflagrante, la seconda, posteriore, fa tenuta sulla guaina esterna del cavo e protegge dalla penetrazione di liquidi all’interno del pressacavo, dove è bloccata l’armatura da due anelli conici che garantiscono la continuità elettrica della messa a terra.

Se si smonta un pressacavo, per la manutenzione dell’impianto, è consigliabile sostituire le guarnizioni perché potrebbero non essere più affidabili.

3. Pressacavi barriera

Nei pressacavi del tipo "a barriera" i conduttori del cavo vengono sigillati mediante una resina in un manicotto che, inserito nel pressacavo, forma un giunto di laminazione con la parte interna del corpo. In questo caso, in fase di manutenzione, il pressacavo può essere smontato e rimontato senza alcun problema, soltanto verificando che le superfici del giunto risultino integre.

Fino ad oggi, questi erano gli unici pressacavi autorizzati ad essere utilizzati per le entrate dirette in custodie che contenessero apparecchiature scintillanti, nelle custodie IIC e, quando installate in Zona 1 anche per le custodie di volume superiore a 2 dm3.

4. Cosa cambia con la nuova versione della Norma EN 60079-14

Nelle precedenti versioni della norma si faceva un’importante distinzione tra le possibilità di utilizzo dei pressacavi con guarnizione a compressione, rispetto ai pressacavi “barriera” che potevano essere utilizzati in qualsiasi condizione di pericolo.

Nella nuova versione della norma non si citano più i volumi, le zone di installazione o la nota se ci sia o meno materiale scintillante all'interno delle custodie.

Questo, ad una prima analisi superficiale, potrebbe far presupporre che qualsiasi pressacavo con guarnizione a compressione potrà, d’ora in avanti, essere usato in sostituzione del più sicuro pressacavo “barriera”.

Ma questo non è assolutamente vero. La norma definisce dei limiti precisi per l’utilizzo dei pressacavi con guarnizione a compressione, al posto dei pressacavi “barriera”:

  • il pressacavo deve essere certificato come “apparecchiatura” (come i pressacavi Cortem modello REV...);
  • il pressacavo non può avere un certificato come “componente” (...U finale nella marcatura del certificato);
  • i cavi utilizzati devono seguire le prescrizioni della EN 60079-14 (punto 9.3.2°);
  • la lunghezza dei cavi di ingresso dev’essere di almeno 3m.

Si prevede che, in un prossimo futuro, questa modifica della norma comporterà delle incomprensioni riguardo all’installazione dei pressacavi e il rischio, che un’apparente semplificazione, generi confusione soprattutto nei progettisti e negli installatori. Ricordiamo, infatti, che è responsabilità dell’installatore valutare attentamente la tipologia di impianto e la scelta del tipo di pressacavo da utilizzare, pressacavo barriera o con guarnizione a compressione. I costruttori come Cortem, non potendo conoscere la progettazione di dettaglio dell’impianto, possono solo sensibilizzare il cliente a valutare attentamente questi aspetti e quotare il pressacavo indicato dal cliente in fase di richiesta di offerta. 

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