L'impiego delle batterie in ambienti con rischio di esplosione

I tipi di batterie e l'evoluzione tecnica  L’energia elettrica in corrente alternata prodotta da sistemi termici (centrali a carbone,...

1. I tipi di batterie e l'evoluzione tecnica 

L’energia elettrica in corrente alternata prodotta da sistemi termici (centrali a carbone, ad olio ecc.) o da centrali idroelettriche è del tipo “non accumulabile” mentre quella generata in corrente continua può essere immagazzinata tramite i dispositivi denominati “Batteria”. Questo ha fatto si che si potesse disporre di energia nel tempo e di poterne fruire anche in mancanza o guasto dell’erogazione dell’energia tradizionale in corrente alternata.

Nelle batterie ricaricabili la carica può essere completamente ristabilita mediante l'applicazione di un'adeguata energia elettrica, con controllo di tensione/corrente. Le caratteristiche fondamentali sono:

  • la tensione ai morsetti (espressa in volt) 
  • la capacità (espressa in ampere/ora) 
  • il tempo di scarica, espresso in A/hC (dove “A” è la corrente, “h” è la capacità in ore e “C” è il numero di cicli. Ad esempio, se una batteria è costruita per 200A/hC5, significa che tale batteria avrà una capacità di 200A con ciclo di 1 ora “200A/h,” ma se tale capacità dovrà essere distribuita su 5 ore, si avrà una capacità di 200/5, pari a 40A/h in 5 ore. Viceversa, se si vorrà avere 200A/h per 5 ore, la capacità dovrà essere di 200x5=1000A/h con scarica in 5 ore. 

Alcuni tipi di batterie ricaricabili sono suscettibili di danni dovuti a una scarica completa, mentre altre devono essere ciclicamente scaricate onde evitare un rapido degrado delle prestazioni, a causa dell’effetto “Memoria”.

L’evoluzione tecnica ha fatto passi notevoli mettendo sul mercato modelli via via sempre più performanti, con differenti tecnologie costruttive che di seguito elenchiamo solo in misura parziale per gli impieghi tipici in impianti industriali con o senza presenza di gas o polveri potenzialmente esplosive.

  • Batterie al Piombo – Acido o batteria al piombo (Pb). La batteria piombo-acido è il costituente fondamentale dei comuni accumulatori. A circuito aperto e a piena carica, la tensione ai poli di una singola cella piombo-acido è di 2,12 V, con formazione tipica base di 6 elementi in serie che danno un valore di tensione pari a 12,72 V, che variano rispettivamente da 2,12 a 2V e da 12,72 a 12V in fase funzionale. 
  • Batterie al Nichel Cadmio (NiCd). La pila al nichel-cadmio impiega i metalli nichel (Ni) e cadmio (Cd) come reagenti chimici. Dati i valori tipici di ogni batteria a 10 elementi in serie da 1,2V, viene anche impiegata come un sostitutivo di batterie al piombo-acido ad alto carico (Heavy duty) ad esempio nei sistemi di alimentazione di emergenza in impianti di illuminazione (corpi illuminanti alimentati in corrente continua o nei sistemi di conversione AC/DC/DC/AC, comunemente definiti “UPS” dall’inglese Uninterruptible Power Supply).
  • Batterie al Nichel – metallo Idruro (NiMH). La batteria al Nichel-metallo idruro, “NiMH”, dall’inglese Nickel-metal hydride, è simile alla batteria al NiCd, ma l'anodo, che assorbe l'idrogeno, è una lega invece che cadmio. Questo tipo di batteria arriva ad avere due o tre volte la capacità di una batteria NiCd di pari dimensioni e un effetto “memoria” meno significativo. 
  • Batterie Alcaline. Le batterie alcaline possono essere non ricaricabili (Usa e getta) o parzialmente ricaricabili. Quelle ricaricabili, possono essere ricaricate ed hanno il vantaggio di una esigua auto-scarica. Possono essere impiegate in apparecchiature dedicate quali ad esempio corpi illuminanti muniti di propria batteria e sistema di mantenimento incorporati. 

2. L’impiego di batterie in ambienti con rischio di esplosione

Le batterie che normalmente vengono utilizzate in ambienti con rischio di esplosione per presenza di gas o polveri infiammabili si suddividono principalmente in due grandi famiglie quali:

  • Batterie di trazione, impiegate principalmente per la movimentazione di carrelli elevatori all’interno dei reparti classificati, sistemi di rivolta fusti, sistemi di piattaforme elevatrici, macchinari per la pulizia dei reparti classificati (motoscope) e, non da ultimi, gruppi elettrogeni di generazione energia elettrica allocati all’interno di zone classificate.
  • Batterie di tipo “Stazionario” che vengono allocate in apposti locali adibiti alla generazione di corrente continua con gruppi di batterie in serie o in serie/parallelo, al fine di poter erogare tensione e corrente commisurate alle specifiche necessità dell’impianto nelle quali saranno installate.

Per la determinazione della zona o area classificata dovranno essere applicate le indicazioni descritte nella norma EN 60079-10-1 “Atmosfere esplosive – Parte 10-1: Classificazione dei luoghi – Atmosfere esplosive per la presenza di gas”, al fine di analizzare correttamente, in funzione della natura del gas presente, quale tipo di classificazione dovrà essere applicata alla specifica zona o area. Al riguardo si precisa che, nel caso di area o zona adibita alla carica di batterie, la scelta dovrà essere fatta anche in base al tipo specifico di batteria ed alla sua caratteristica di emissione di gas in aria libera.

3. Le norme di riferimento

La normativa EN 50272-2 tratta le prescrizioni da adottare per ottenere un livello di sicurezza accettabile nei locali batterie per applicazioni stazionarie con tensione massima di 1.500V in corrente continua, al fine di prevenire i rischi legati ad elettricità, emissione di gas e di elettrolito. La normativa in particolare si basa sulle prescrizioni contenute nelle norme di prodotto, al fine di fornire delle disposizioni che garantiscano la sicurezza del luogo di installazione. Per locale o area chiusa/aperta adibita alla ricarica si intende una zona o un locale che viene utilizzata specificatamente per la ricarica delle batterie. 

La normativa EN 62485-3, che sostituisce la vecchia normativa EN 50272-3, si applica alle batterie di accumulatori ed alle loro installazioni e fornisce le prescrizioni sugli aspetti della sicurezza, installazione, uso e smaltimento.

4. La formazione di gas 

Nelle fasi di carica e/o ricarica delle batterie, che usino elettroliti acquosi, vengono emessi gas da tutte le celle costituenti il complesso batteria. Questo avviene per l’effetto dell’elettrolisi dell’acqua tramite la corrente di carica, producendo idrogeno e ossigeno che, se immessi in atmosfera ambiente, possono creare una miscela esplosiva se in concentrazione di idrogeno superiore al 4% in volume nell’aria.

Al raggiungimento dello stato di carica totale, si verifica l’elettrolisi dell’acqua, secondo la legge di Faraday e, quando il carica batteria smette di erogare per l’avvenuta carica totale, l’emissione di gas dalle celle si potrà considerare terminata circa un’ora dopo l’interruzione della carica. Va comunque tenuta in debita considerazione l’eventuale fuoriuscita di gas, che potrebbe essere rimasto intrappolato all’interno della cella, durante le fasi di spostamento della batteria e/o durante le fasi di movimentazione della macchina utilizzatrice quale il carrello elevatore o la motoscopa o altra macchina di movimentazione. 

5. Le prescrizioni di ventilazione

La portata d’aria prescritta deve essere assicurata preferibilmente dalla ventilazione naturale o, dove non possibile, dalla ventilazione forzata. Sono considerati sicuri quando, in condizioni di ventilazione naturale o forzata, quindi definiti “sicuri contro le esplosioni”, la concentrazione di idrogeno viene garantita al di sotto della soglia di sicurezza del 4% in volume nell’aria.

Con la ventilazione naturale i locali e le aree di carica devono avere un’immissione e un’uscita d’aria realizzate con aperture aventi superficie libera minima calcolata in base alla velocità dell’aria in ingresso/uscita che deve essere almeno pari a 0,1 m/s e:

  • Avere un volume libero di almeno 2,5 x Q, dove Q è la portata d’aria di ventilazione.
  • Aperture per ingresso/uscita aria ubicate nella migliore posizione possibile per permettere un corretto flusso del ricambio d’aria, ad esempio aperture su pareti opposte o distanti tra loro di almeno 2m, quando si trovano sulla stessa parete.
  • L’aria estratta dalle aree o dai locali di carica deve essere dispersa nell’atmosfera al di fuori dell’area o locale. 

Con la ventilazione forzata è necessario calcolare la portata d’aria “Q” al fine di garantire il ricambio d’aria prescritto, con la seguente formula: 

Q (m3/h) = v x q x s x n x Igas

 Dove:

- Q = portata dell’aria di ventilazione, espressa in m3/h

- v = indice di diluizione necessaria per l’idrogeno: numero fisso 24

- q =idrogeno generato a …°C 

- s = fattore di sicurezza, numero fisso 5

- n = numero degli elementi

- I gas = corrente che produce gas durante le fasi di carica della batteria  

Questa formula risulta sostanzialmente valida anche a 25°C e, considerando l’applicazione del fattore di sicurezza, si potrà applicare anche alla massima temperatura di funzionamento della batteria, senza ulteriore regolazione di tale temperatura.

L’aria estratta dalle aree o dai locali di carica deve essere dispersa nell’atmosfera al di fuori dell’area o locale.

6. La ventilazione di compartimenti di batterie

Quando sulle batterie del tipo amovibile sono presenti accessori di copertura, del tipo amovibile, prima della carica devono essere rimosse le coperture, al fine di permettere la ventilazione ed eventuale fuoriuscita del gas prodotti e per facilitare il raffreddamento delle batterie. Sui contenitori delle batterie devono essere presenti aperture di ventilazione, al fine di garantire, durante la scarica o i periodi di inoperosità, che non si determinino pericolosi accumuli di gas.

La superficie dell’apertura per la ventilazione deve essere come minimo pari a:

A (cm2) = 0,005 x n x C5,

dove:

- A = superficie totale della sezione delle aperture di ventilazione prescritte, espressa in cm2.

- n = numero degli elementi della batteria 

- C5 = capacità assegnata della batteria a 5h (A/h)

7. I contenitori e gli ambienti chiusi per batterie

Gli stalli di alloggiamento delle batterie, le bacinelle di contenimento e i compartimenti, devono essere realizzati con una adeguata resistenza meccanica e costruiti con materiali resistenti all’acido generato dall’elettrolito, al fine di essere protetti dagli effetti dannosi dovuti all’infiltrazione o alla perdita di elettrolito.

Devono essere attuate tutte le protezioni idonee e indispensabili, al fine di evitare lo spargimento di elettrolito su apparecchiature o componenti sottostanti le batterie o sul piano di calpestio.

Devono essere attuati accorgimenti tali da permettere la rimozione, dalla bacinella della batteria, di ogni accumulo di elettrolito o di acqua che sia fuoriuscito.

8. Le aree o i locali dedicati alla carica e/o manutenzione

Le aree o locali per la carica delle batterie devono avere un rivestimento del pavimento atto a resistere agli acidi ed avere una resistenza di massa inferiore a 100 MΏ, al fine di evitare scintille da cariche elettrostatiche Gli stalli di alloggiamento delle batterie, le bacinelle di contenimento e i compartimenti, devono essere realizzati con una adeguata resistenza meccanica e costruiti con materiali resistenti all’acido generato dall’elettrolito, al fine di essere protetti dagli effetti dannosi dovuti all’infiltrazione o alla perdita di elettrolito.

9. La metodologia di carica consigliata

Onde evitare il rischio di incidenti durante le fasi di carica e per permettere una corretta carica, il collegamento tra il dispositivo di carica e la batteria deve essere correttamente realizzato, secondo le prescrizioni date dal costruttore e secondo le prescrizioni impiantistiche previste dalla norma EN 60079-14.

In accordo con la norma EN 62485-3 in vigore, devono essere attuate tutte le prescrizioni in essa descritte quali:

  • Eseguire le indicazioni e consigli dati dal costruttore per la scelta, le caratteristiche e dimensioni del carica batterie.
  • Mantenere, durante l’ultima fase di carica, la corrente al livello appropriato al tipo di batteria installato.
  • Adottare tutti gli accorgimenti necessari, in caso di impiego di batterie umide (wet batteries), per evitare un aumento anomalo di temperatura, che potrà generare un’eccessiva quantità di gas, un aumento del consumo di acqua, con un rischio per la sicurezza funzionale e richiesta di maggiori interventi di manutenzione. 
  • Controllare periodicamente lo stato di funzionamento delle valvole regolanti di batteria al piombo – acido, al fine di non incorrere nel rischio di distruzione totale ed esplosione dovuta a eccessiva elevazione termica.

10. Le apparecchiature elettriche

Tutte le apparecchiature elettriche quali dispositivi di stacco batteria, custodia di allacciamento cavi in ingresso/uscita dal contenitore della batteria o dal locale adibito all’installazione o alla carica della batteria, devono essere equipaggiati di apparecchiature idonee per dimensione e caratteristiche tecniche rispondenti alle normative EN 60079-1, EN 60079-7, con riferimento al gruppo di appartenenza della batteria. 

Cortem Group produce apparecchiature elettriche e pressacavi adatti anche per questi scopi, che permettano all’installatore di realizzare una corretta esecuzione e, nel contempo, di verificare che quanto fatto sia corrispondente alle prescrizioni di installazione date a corredo dei suoi prodotti. 

Concludiamo rammentando che tutte le attività finalizzate al dimensionamento e scelta sono appannaggio del progettista che dovrà fare sempre riferimento alle specifiche normative cogenti in materia e che sono di sua totale responsabilità le analisi, i calcoli e il conseguente progetto esecutivo, attestando la conformità alle normative