Armature illuminanti e proiettori a LED serie EWL esenti da rischio fotobiologico

Che cosa s’intende per rischio fotobiologico e quali sono i criteri di valutazione Cortem Group, sempre attenta all’innovazione...

Che cosa s’intende per rischio fotobiologico e quali sono i criteri di valutazione

Cortem Group, sempre attenta all’innovazione tecnologica e alla sicurezza delle persone e dell’ambiente, ha sottoposto le armature illuminanti e i proiettori a LED della serie EWL alla verifica del rischio fotobiologico, secondo quanto previsto nelle norme IEC 62471, EN 62471 e CEI EN 62471 attualmente in vigore, anche in considerazione dell’obbligo di valutazione del rischio introdotto nel D.L. N° 81 del 9 aprile 2008.

Queste norme, oltre a fornire una guida per la valutazione della sicurezza fotobiologica, definiscono i limiti di esposizione (EL), le tecniche di misurazione e lo schema di classificazione per la valutazione e il controllo dei rischi fotobiologici.Nella norma IEC 62471 sono contenuti diversi requisiti costruttivi riconducibili alla norma ANSI/IESNA RP—27.2, valida nell’area del Nord America.

Dai test report è risultato che le nostre armature illuminanti della serie EWL, sia nella versione senza ottiche, quindi con fascio luminoso standard pari a 120°, sia nelle versioni con ottiche concentranti il fascio luminoso, sono pienamente rispondenti ai requisiti del “Gruppo Esente” da rischio fotobiologico.

1. Che cos'è il rischio fotobiologico

Le sorgenti luminose a LED (esclusi i LASER regolamentati da una normativa specifica) possono causare, in base all’esposizione, dei danni alla pelle e agli occhi (retina e cornea) degli operatori. Le norme identificano le seguenti fonti di rischio fotobiologico:

  • Raggi UV
  • Luce blu
  • Radiazione infrarossa (IR).

2. I limiti di esposizione (EL)

Le persone, in prossimità di corpi illuminanti, non devono essere esposti a livelli superiori ai limiti previsti nella norma IEC 62471 per non incorrere in rischi per la salute. I valori dei limiti di esposizione (EL), riportati nelle norme, sono stati presi da varie linee guida ICNIRP (International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection) che, a loro volta, si basano sulle migliori informazioni disponibili da studi sperimentali.I limiti di esposizione allo standard delle persone si riferiscono a fonti continue, in cui la durata dell'esposizione non è inferiore a 0,01ms e per un periodo non superiore a 8 ore, e vengono utilizzati come linea guida nel controllo dell'esposizione.

3. Le tecniche di misurazione

Le tecniche di misurazione sono parte della valutazione contro i limiti di esposizione e l'assegnazione della classificazione del rischio.I corpi illuminanti vengono alimentati e portati a regime funzionale, al fine di avere una misurazione significativa e rispondente ai parametri di prova previsti nella normativa di riferimento.

4. Lo schema di classificazione

Come risulta dalla tabella sotto riportata, gli apparecchi illuminanti sono classificati in base a quattro Gruppi di rischio:

I requisiti necessari per la classificazione del “Gruppo Esente”, sono quelli che l‘apparecchio illuminante non generi alcun pericolo fotobiologico se:

-  nessun pericolo di ultravioletto attinica (Es) con esposizione di 8 ore (30.000s),

-  un pericolo vicino UV (EUVA) entro 1.000s, (16 min circa),

-  un pericolo di luce blu per la retina (LB) entro 10.000s (circa 2,8 h),

-  un pericolo termico per la retina (LR) entro 10s,

-  un pericolo di radiazione infrarossa per l'occhio (EIR) entro 1.000s.

I requisiti necessari per la classificazione del “Gruppo 1”, sono che non rappresenti un pericolo in condizioni di utilizzo normale, che siano superati i valori richiesti per il “Gruppo Esente”, ma che rispettino i seguenti valori:

-  nessun pericolo di ultravioletto attinica (Es) con esposizione di 10000s,

-  un pericolo vicino UV (EUVA) entro 300s,

-  un pericolo di luce blu per la retina (LB) entro 100s,

-  un pericolo termico per la retina (LR) entro 10s,

-  un pericolo di radiazione infrarossa per l'occhio (EIR) entro 100s.

I requisiti necessari per la classificazione del “Gruppo 2” (rischio moderato), sono che non rappresenti un pericolo a causa dell’avversione a fonti di luce molto luminosa o a causa di disagio termico, che siano superati i limiti per il “Gruppo 1” ma che rispettino i seguenti valori:

-  nessun pericolo di ultravioletto attinica (Es) con esposizione di 1000s,

-  un pericolo vicino UV (EUVA) entro 100s,

-  un pericolo di luce blu per la retina (LB) entro 0,25s (risposta di avversione),

-  un pericolo termico per la retina (LR) entro 0,25s (risposta di avversione),

-  un pericolo di radiazione infrarossa per l'occhio (EIR) entro 10s.

La classificazione del “Gruppo 3” (Alto rischio), è attribuita a corpi illuminanti che possono rappresentare un pericolo anche per l'esposizione momentanea o breve e quindi, se vengono superati i limiti definiti per il Gruppo 2 (Rischio moderato), tali corpi illuminanti vengono classificati di Gruppo 3 (Alto rischio).

L’utilizzo di queste lampade non è consentito per la normale illuminazione.

Nel caso che un’apparecchiatura rientri in un gruppo di rischio, saranno presi tutti gli accorgimenti necessari relativi alla distanza dall’operatore alla quale l’apparecchio deve essere installato e a eventuali richiami tramite il manuale d’uso e manutenzione con apposizione di specifiche etichette sul corpo illuminante.

In fase progettuale o di acquisto, vi invitiamo a fare un’attenta valutazione anche di questi aspetti di rischio prediligendo solo prodotti sicuri dal punto di vista fotobiologico.