La verniciatura delle apparecchiature idonee ad atmosfere potenzialmente esplosive

Oggi le vernici a polvere a base di poliestere garantiscono notevole resistenza anche a temperature ambiente critiche ed estreme. Di grande importanza è il loro processo di applicazione e chiaramente anche la loro formulazione


di Andrea Battauz, R&D Manager di Cortem Group

Premessa

Come abbiamo avuto modo di approfondire nello scorso articolo tra i materiali metallici più usati nelle zone classificate per il rischio di formazione di atmosfera esplosiva, vi sono le leghe di alluminio povere di rame e gli acciai inossidabili austenitici a basso tenore di carbonio, in primis l’AISI 316L.

Una possibile criticità degli impianti che usano questi dispositivi è l’ambiente marino, dove il sale si dissocia in ioni cloruro e l’acqua diventa un efficace conduttore di corrente. Il fenomeno della corrosione è, infatti, di natura elettrochimica.

La presenza dei cloruri può quindi innescare fenomeni di vaiolatura (pitting) [1], motivo per cui è necessario applicare rivestimenti protettivi, come verniciature specifiche, per preservare il metallo dalla corrosione.

La verniciatura delle apparecchiature e la mitigazione del rischio di cariche elettrostatiche

Nei dispositivi idonei all’uso in Zone classificate per il rischio di formazione di atmosfera esplosiva una serie di requisiti per lo strato di vernice è posto dalla norma generale EN/IEC 60079-0. Le vernici, in quanto materiali non metallici, possono infatti portare alla formazione di cariche elettrostatiche. 

I requisiti sono diversi che si tratti di atmosfere potenzialmente esplosive dovute a gas o a polveri, in quanto queste ultime hanno il problema delle cariche elettrostatiche a spazzola [2]. 

La principale strategia di mitigazione del rischio di cariche elettrostatiche consiste nell’applicare una vernice antistatica, che per norma corrisponde ad una vernice avente resistività superficiale < 10^9 Ohm [3]. 

Se non si può rispettare questa richiesta, e l’apparecchio è per i gruppi I e II, si può agire limitando lo spessore della vernice a 0,2mm. Nel caso di atmosfere potenzialmente esplosive dovute a polveri, ovvero apparecchi di gruppo III, il rischio di cariche a spazzola rende inefficace questa strategia.

Per installazioni fisse è possibile marcare con X l’apparecchiatura, eventualmente riportando una targhetta di attenzione specifica, e riportare nel manuale di istruzioni alcune regole che guidino l'utilizzatore alla eliminazione del rischio di scariche elettrostatiche.


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La verniciatura Cortem con il tipico colore RAL 7035 soddisfa i requisiti di anti-staticità al contempo garantisce una resistenza alla corrosione per una ambiente C4 con alta durabilità H secondo la ISO 12944-6

Richieste di resistenza alla corrosione per i dispositivi idonei all’uso in Zone classificate a rischio di formazione di atmosfere esplosive

Per la resistenza alla corrosione delle vernici il riferimento normativo che negli ultimi anni si è imposto è la ISO 12944. Questa norma descrive nei vari capitoli come va eseguita la classificazione dell’ambiente rispetto al rischio corrosività, la preparazione della superfice da verniciare, i sistemi di verniciatura e, infine, la scelta dei sistemi di verniciatura [4].

Nate come normative per le strutture in acciaio verniciato, si sono poste come riferimento anche per altri metalli per i quali possono rappresentare un utile riferimento.

Conclusioni

Nel tempo anche la verniciatura è diventata un tema investito da interesse sia per le caratteristiche di anti-staticità, sia per la resistenza alla corrosione.

Oggi le vernici a polvere a base di poliestere garantiscono notevole resistenza anche a temperature ambiente critiche ed estreme. Di grande importanza è il loro processo di applicazione e chiaramente anche la loro formulazione.

[1] forma di corrosione galvanica localizzata

[2] la scarica non avviene da un punto preciso (come nel caso della scarica a scintilla), ma si distribuisce su un’area, producendo una serie di piccoli filamenti luminosi, simili ai peletti o alle setole di una spazzola 

[3] eseguendo questa misurazione secondo la procedura riportata nella norma IEC 60079-0[4] CEI 31-108 GB.3.1

Data pubblicazione: 17/11/2025

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